A nord-ovest dell'Uzbekistan, nella repubblica autonoma del Karakalpakstan, la strada si ferma a Moynaq e non va oltre. Qui, fino a qualche decennio fa, sorgeva uno dei laghi salati più grandi del mondo: il Mare d'Aral.
Questo piccolo villaggio, un tempo attivissimo centro ittico, è il teatro del più grande disastro ambientale causato dall'uomo. In cinquant'anni il ritiro di quasi il 90% delle acque dell'Aral lo ha trasformato in un paese privo di identità e di futuro. Ai bambini si racconta di quando il porto era un via vai di pescherecci e loro sperano che prima o poi l'acqua possa tornare. Abay invece distrugge a picconate la fabbrica di pesce in cui ha lavorato per 25 anni. Oggi l'Aral è una distesa infinita di sabbia e di sale a cui d'inverno, indifferente ed altera, si aggiunge la neve.